A Capriva del Friuli la mostra “Ungaretti: una voce di guerra in tempo di pace”
Sarà inaugurata mercoledì 5 febbraio alle ore 18, presso il centro civico di Piazza Vittoria a Capriva del Friuli, la mostra Ungaretti: una voce di guerra in tempo di pace, organizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis. All’evento interverranno Daniele Sergon, Sindaco di Capriva del Friuli, Rossella Dosso, Assessore alla Cultura, e Massimo Romita, Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis.
L'esposizione racconta il legame tra il grande poeta e il primo conflitto mondiale, attraverso immagini, documenti e testi che ne illustrano l’esperienza bellica e la sua trasformazione in una voce universale di pace.
La mostra resterà visitabile a Capriva fino al 2 marzo, per poi spostarsi nel Lazio, presso la Sala d’Armi del Palazzo Ruspoli a Nemi, in occasione dell’apertura della Città Italiana del Vino. La scelta di Nemi non è casuale: negli anni Trenta, Giuseppe Ungaretti visse in questa cittadina laziale, soggiornando dal 1926 al 1934 nel vicino Comune di Marino. Qui nacque nel 1930 il figlio Antonetto e, tra i boschi e i panorami dell’area albana, prese forma la poesia del Sentimento del tempo, segnando profondamente la sua vita e la sua opera.
PROSEGUONO LE INIZIATIVE DEDICATE A GIUSEPPE UNGARETTI
**ILProgetto Multidisciplinare “Giuseppe Ungaretti, Una Voce di Guerra in Tempo di Pace”**
GIUSEPPE UNGARETTI, UNA VOCE DI GUERRA IN TEMPO DI PACE
GIUSEPPE UNGARETTI, UNA VOCE DI GUERRA IN TEMPO DI PACE
Il progetto “Giuseppe Ungaretti, Una voce di guerra in tempo di pace”, ideato e coordinato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, si erge come un ponte tra il passato e il presente, dedicando una particolare attenzione alla figura di Giuseppe Ungaretti, uno tra i poeti italiani più influenti del Novecento. Questo ambizioso percorso narrativo ci riporta indietro nel tempo, precisamente al 1915, quando l'Italia si trovò a varcare la soglia della Prima Guerra Mondiale. In quel contesto turbolento, un giovane Ungaretti iniziava il suo servizio militare con il reggimento di fanteria sul Carso, terra segnata da conflitti e sofferenze.
Il progetto invita a riflettere su una domanda provocatoria, che sembra echeggiare tra le trincee e le valli del Friuli: “Di che reggimento siete fratelli?”. Questa questione, posta da Ungaretti nell'estate del 1916 a Mariano del Friuli, non è solo un richiamo alle esperienze condivise dei soldati, ma un invito a esplorare le connessioni umane che trascendono i confini del tempo e dello spazio. Insieme a Ungaretti, altri autori hanno espresso le loro sensazioni e testimonianze nei confronti della guerra, offrendo uno sguardo diversificato sulle contraddizioni dell’animo umano.
Attraverso una preziosa rete di eventi e processi storici, poesie, racconti e resoconti, il progetto coinvolge attivamente comunità ed enti pubblici, utilizzando una varietà di linguaggi artistici per stimolare una riflessione profonda sulla guerra e sulla sua inquietante attrazione. Dalla Prima e Seconda Guerra Mondiale fino alle recenti crisi in Medio Oriente e nelle frontiere ucraine, il gruppo si propone di esplorare le svariate sfaccettature dei conflitti contemporanei, cercando un senso in una realtà spesso caotica e dolorosa.
Le iniziative si concentreranno principalmente nei Comuni partner del progetto—Santa Maria La Longa, Sagrado, Cormons, Capriva del Friuli, Mariano del Friuli, Gorizia e Duino Aurisina—dove il patrimonio culturale legato a Ungaretti e alla Grande Guerra è stato preservato e valorizzato. Qui, musei, monumenti e luoghi storici porteranno alla luce la vita e l’opera di Ungaretti, rendendoli accessibili a un pubblico sempre più ampio.
L’iniziativa, promossa con il sostegno della Regione FVG attraverso il bando dedicato a Ungaretti, si avvale di un ricco partenariato che include diversi Comuni e istituzioni accademiche. Collaborazioni con associazioni locali e gruppi culturali aggiungono una dimensione comunitaria fondamentale, trasformando il progetto in un'opportunità di incontro e dialogo.
In un mondo dove la guerra continua a esercitare il suo oscuro fascino, “Una voce di guerra in tempo di pace” ci ricorda l’importanza della memoria, della cultura e della poesia come strumenti di resistenza e comprensione. Attraverso Ungaretti e le nuove generazioni, questo progetto mira non solo a celebrare il passato, ma a costruire un futuro di pace, ispirato dalla forza delle parole e dall’umanità condivisa.