lunedì 31 marzo 2025

Una nuova collaborazione con Le Vie delle Foto per il workshop fotografico e la mostra allo Spazio Cultura

 


Il Gruppo Ermada Flavio Vidonis collabora con la nuova edizione di
 "LE VIE DELLE FOTO 2025" 


Dal 14 al 30 aprile, lo
 
Spazio Cultura di Borgo San Mauro 
ospiterà una mostra personale di Maurizio Sorge. 
Evento co-organizzato con il Gruppo Ermada Flavio Vidonis.



E’ ormai ai blocchi di partenza la tredicesima edizione de ‘Le Vie delle Foto’, la mostra fotografica collettiva internazionale che quest’anno si svolgerà dal 1° al 30 aprile e che trasformerà la città di Trieste in una grande galleria diffusa.

Oltre 120 fotografi e 67 mostre in svariate location, dai bar storici ai ristoranti agli spazi culturali, con altrettanti temi e linguaggi visivi e comunicativi. Il tutto segnato attentamente sulle cartine distribuite gratuitamente nei locali aderenti, nonché in hotel ed infopoint turistici.










IL WORKSHOP FOTOGRAFICO IN CAVA ROMANA








venerdì 28 marzo 2025

Inaugurata a Nemi la Mostra dedicata a Giuseppe Ungaretti

  Inaugurata a Nemi la mostra "Giuseppe Ungaretti: una voce in tempo di pace"

Il Video di presentazione della Mostra



Nemi, 29 marzo 2025 – Si è tenuta ieri, presso la Sala delle Armi di Palazzo Ruspoli a Nemi, l'inaugurazione della mostra "Giuseppe Ungaretti: una voce in tempo di pace". L'evento ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Città del Vino, Angelo Radica, del Sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, e degli amministratori dei comuni che compongono la Città Italiana del Vino 2025 - I Castelli Romani. Presenti anche Massimo Romita, Presidente del Gruppo Ermada Flavio  Vidonis di Duino Aurisina promotore della mostra, e Maurizio D'Osualdo, Vice Coordinatore delle Città del Vino del Friuli Venezia Giulia. Presenti altresì i rappresentanti del Gruppo Ermada Sezione di Borgo Hermada insieme all'assessore del comune di Terracina Alessandra Feudi.






Dopo il successo dell'esposizione in Friuli Venezia Giulia, nei comuni di Santa Maria La Longa, Corno di Rosazzo e Capriva del Friuli, la mostra approda nel Lazio, rendendo omaggio al grande poeta attraverso un percorso espositivo di grande valore storico e culturale. L'iniziativa si inserisce nel programma di apertura dei Castelli Romani come Città Italiana del Vino 2025, unendo arte, memoria e territorio.





Il Gruppo Ermada Flavio Vidonis


La mostra si articola in più sezioni: il piano terra è dedicato ai luoghi della Grande Guerra, mentre la Sala delle Armi ospita il percorso dedicato a Ungaretti. Attraverso oltre 40 pannelli illustrativi, il pubblico può ripercorrere la vita e le opere del poeta, dalla sua esperienza sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale al periodo trascorso a Marino e nel Lazio. Un diorama rappresenta le dodici battaglie dell'Isonzo, accompagnato da cartine documentali sui luoghi in cui il poeta ha combattuto e scritto le sue celebri poesie. 









La mostra include anche opere artistiche del Circolo Duinate, con rappresentazioni del Carso di Ungaretti realizzate da Taddeo Sedmak, Loredana Prodan, Luisia Comelli, Lucia Lalovich, Carla Fiocchi, Nadia Bencic, Grazia Dei Rossi,Matteo Franco, Adriano Boscarol, Claudia Raza e Loredana Riavini.

Le opere esposte degli artisti del Circolo Duinate












Il progetto multidisciplinare prevede, oltre alla mostra, una serie di eventi collaterali, tra cui letture poetiche, spettacoli teatrali e itinerari tematici nei luoghi che hanno segnato la vita e l'ispirazione di Ungaretti. L'obiettivo è quello di esplorare il legame tra poesia e territorio, offrendo una riflessione sul significato della guerra e della pace.











Il Gruppo Ermada Flavio Vidonis

L'iniziativa è promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis FVG e dalla Sezione di Borgo Hermada, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e la collaborazione del Comune di Nemi e dell'Associazione Nazionale Città del Vino. Il progetto vede inoltre il partenariato del Comune di Santa Maria La Longa, del Comune di Duino Aurisina Devin Nabrezina, del Comune di Capriva del Friuli e del Comune di Mariano del Friuli, con il supporto di Lions Club Duino Aurisina, Gruppo Speleologico di San Martino, Gruppo Speleologico Flondar, Ajser 2000 e Circolo Duinate.



La mostra resterà aperta al pubblico per le prossime settimane, offrendo un'opportunità unica per approfondire la figura di Ungaretti e il suo rapporto con la storia e la poesia.


https://giuseppeungaretti2024.blogspot.com/?m=1







martedì 25 marzo 2025

LA MOSTRA DEDICATA A GIUSEPPE UNGARETTI APPRODA NEL LAZIO

  Giuseppe Ungaretti: una voce in tempo di pace

 



Dopo il Friuli Venezia Giulia con l’esposizione nei Comuni di Santa Maria La Longa, Corno di Rosazzo, Capriva del Friuli,  una nuova tappa, questa volta nel Lazio per la mostra dedicata al Poeta 

  


Venerdì 28 di marzo alle ore 13.30 presso la Sala delle Armi di Palazzo Ruspoli-  l'inaugurazione della mostra “Ungaretti: una voce in tempo di pace”, realizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina insieme alla Sezione di Borgo Hermada (LT) con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e la collaborazione del COMUNE DI NEMI nell’ambito della cerimonia di apertura dei CASTELLI ROMANI Città Italiana del Vino 2025 . Un evento che unisce arte, cultura e memoria, rendendo omaggio a uno dei più grandi poeti del Novecento.


CITTÁ ITALIANA DEL VINO 2025 

CERIMONIA DI APERTURA A NEMI | Comune di Nemi




Città del Vino - I Castelli Romani si aggiudicano il titolo di Città Italiana del Vino 2025

 

La mostra suddivisa in più sale, i luoghi della Grande Guerra al piano terra, e Ungaretti nella sala delle Armi, rappresenta una delle tappe centrali del progetto culturale “Giuseppe Ungaretti, una voce di guerra in tempo di pace”.  Nella mostra sono presenti oltre 40 pannelli illustrativi con foto e documentazione, poesie, racconti e parte della vita di Giuseppe Ungaretti che si intreccia con la storia di molti autori e poeti del 900. Se in una prima parte vi è la vita di Ungaretti, sul Carso durante il primo conflitto mondiale, dall’altra, vi è una importante sezione dedicata a Ungaretti nella sua vita a Marino e nel Lazio.  Un diorama delle dodici battaglie dell'Isonzo collegato a cartine documentali illustra i luoghi dove Ungaretti ha combattuto e scritto le sue opere.



Tra i pannelli alcune opere artistiche del Circolo Duinate raffiguranti il Carso di Ungaretti: Taddeo Sedmak, Loredana Prodan, Luisia Comelli, Carla Fiocchi, Grazia Dei Rossi, Nadia Bencic, Adriano Boscarol, Claudia Raza, Loredana Riavini, Lucia Lalovich Toscano, Matteo Franco. 


Questo progetto multidisciplinare comprende mostre itineranti, letture poetiche, spettacoli teatrali e itinerari tematici nei luoghi segnati dalla presenza e dall'ispirazione del grande poeta durante la Prima Guerra Mondiale.  La mostra e gli eventi collegati invitano i visitatori a esplorare i legami tra poesia e territorio, mettendo in luce come la figura di Ungaretti continui a ispirare, a distanza di decenni, riflessioni sul significato della guerra e della pace.


 

Promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis FVG e il Gruppo Ermada Flavio Vidonis Sezione di Borgo Hermada e il Comune di Nemi, l'Associazione Nazionale Città del Vino con il sostegno della Regione Fvg, il partenariato del Comune di Santa Maria La Longa, il Comune di Duino Aurisina Devin Nabrezina, il Comune di Capriva del Friuli, il Comune di Mariano del Friuli e la collaborazione di Lions CLub Duino Aurisina, Gruppo Speleologico di San Martino, Gruppo Speleologico Flondar,   Ajser 2000,  Circolo Duinate.


https://giuseppeungaretti2024.blogspot.com

 Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970), uno dei nostri più grandi poeti, è stato un tratto unico della sua storia conosciuta. Un immenso maestro di emozioni. Nato ad Alessandria d’Egitto, come Filippo Tommaso Marinetti e Demetrio Stratos, il giovane Giuseppe qui rimarrà fino ai 24 anni. Una specie di ‘esilio’, maturato dall’infanzia, che in un certo qual modo influenzerà il suo modo di leggere la vita e la poesia. Alessandria resterà il tempo della sua vita di bambino e di ragazzo, l’età della bellezza e della scoperta, ma anche dei dolori. A soli due anni, infatti, il padre Antonio era morto a causa di una malattia contratta sul Canale di Suez. Maria Lunardini, la mamma, gli diede comunque la possibilità di studiare presso l’Ecole Suisse Jacot. Anni in cui Giuseppe coltivò anche l’amore per i versi e la conoscenza. Lì, sulle sponde del Nilo, conobbe il ‘Mercure de France’ e ‘La Voce’, riviste di grande formazione intellettuale.  




DUINO AURISINA LA VIA DEI SAPORI : CITTA DEL VINO

Giunse poi il tempo nuovo, più a nord, nell’Europa che formava la cultura. Parigi. L’Università. La conoscenza di Guillaume Apollinaire - del quale avrà stima e ricordi per tutta la vita - Pablo Picasso, Filippo Tommaso Marinetti, Amedeo Modigliani, Giovanni Papini, Aldo Palazzeschi, Ardengo Soffici, Paul Fort. Un Pantheon. Ungaretti entrò a far parte di una delle riviste italiane più eroiche di sempre: Lacerba. Cominciò a personalizzare uno stile poetico, influenzato da Leopardi e da Mallarmè, dentro al quale vedeva il ‘segreto’ di una poesia indecifrabile e affascinante.  Nel 1914 Ungaretti si trasferì in Italia. Giusto 'in tempo' per la Grande Guerra. Visse a Milanoe si arruolò come volontario nell'esercito. In trincea, fra il fango, il freddo, i proiettili e i morti, portò con sé un taccuino di poesie che verrà stampato dall’editore Ettore Serra con un titolo non a caso, Il porto sepolto, omaggio al porto sommerso di Alessandria d’Egitto. Vicino a Udine, scriverà ‘Mattina’, composta da quattro parole per rappresentare una condizione individuale che diventava di tutti, condizione universale.

“Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917.

M’illumino

d’immenso”.



GRUPPO ERMADA FLAVIO VIDONIS



Il valore della parole davanti alle tenebre della guerra. Idee nude ed essenziali. Il conflitto, in quelle ore, lacerava ogni cosa. Ogni singolo uomo. Quella italiana, poi, fu una guerra che visse di sofferenze e di rivalse. Ungaretti però non perse il faro dell’umanità, come in San Martino al Carso: “Di queste case/non è rimasto/che qualche/ brandello di muro./Di tanti/che mi corrispondevano/non è rimasto/neppure tanto./Ma nel cuore/ nessuna croce manca./ È il mio cuore/ il paese più straziato”. Un filone che si esalta nel suo “Si sta come d’autunno, sugli alberi, le foglie”. L'esiguità della produzione, il rifiuto del ricco linguaggio letterario. Ermetismo, si dirà. Oppure sintesi. Oppure salire rapidamente per abbreviare l’agonia. Come il ciclista sulla cima. Una cima emotiva, mentre infuria la battaglia.  Quando i campi di battaglia diventano oasi corrotte dal sangue e pacificate dai trattati, Ungaretti lavora come corrispondente a Il Popolo d’Italia  i e conosce una donna a cui si legherà per quasi trenta anni, Jeanne Dupoix. Nel 1925 firmerà il Manifesto degli intellettuali fascisti. Due anni prima era stato Mussolini a firmare per lui la prefazione alla riedizione della prima raccolta da poeta.


GRUPPO ERMADA FLAVIO VIDONIS:

 IL PROGRAMMA DELLE ESCURSIONI CON IL GRUPPO ERMADA & FRIENDS


Sono anni di profondi cambiamenti. Ungaretti arriva a Roma. Trova casa a Marino, nei Castelli Romani. In una conversazione con il critico Ferdinando Camon, nel 1965, a Venezia, ricordò: “Vivevo allora, in quegli anni dopo la prima guerra, in uno dei castelli romani, a Marino. È un paesaggio legato alla Storia; ma scampavo da un paesaggio che sembrava non avesse se non una storia geologica: venivo dal Carso dove avevo fatto la guerra, e dall’Egitto, dal deserto confinante col mare, della mia infanzia e della mia adolescenza. Ero stato, è vero, a Parigi; ma erano anni nei quali non badavo al paesaggio se non di sfuggita. Ora, se penetravo nel bosco di Marino, o se arrivavo a un lago, a Albano o a Nemi, mi trovavo in mezzo a un paesaggio che era pieno di storia e con tali seduzioni della natura e tali lontananze nel tempo, da assumere come per prodigio aspetti di favola. Dall’atrocità della natura spoglia dell’Allegria passai dunque a un mondo dove prendeva forma mitica la storia nel suo trascorrere millenario e nella sua immediatezza”. La prima casa era un piccolo appartamento di un palazzo di Corso Vittoria Colonna, al civico 68. Vi rimase per quattro anni. Nacque in questo periodo il secondogenito Antonietto (1930). Nel bisogno di una casa più grande, la famiglia si trasferì in viale Mazzini 7, nella zona dei “villini”. È il “Ghibellino”. La nuova casa ha il vantaggio di trovarsi più vicina alla stazione dei treni, sulla linea Albano-Roma, dove Ungaretti transita anche più volte al giorno. Per i lavoretti della casa si affida al signor De Marchis, un fabbro del paese. Ninon, la figlia più grande, frequentava intanto le scuole elementari presso l’Istituto delle Maestre Pie Venerini, in via Garibaldi. Il villino di Ungaretti diventò porto per frequenti visitatori, amici, ammiratori. 




Il poeta lasciò Marino a causa dei suoi impegni personali, ma nell’agosto del 1969 ci tornerà. Il viaggio in automobile verrà filmato in un documentario, ‘Il tempo della poesia’, a cura del regista Francesco Degli Espinosa. Un’esperienza, quella di Ungaretti nei Castelli romani, ricordata oggi in una lapide sulla parete di Palazzo Colonna. Il testo recita: “In questa città visse / Giuseppe Ungaretti / dal 1927 al 1934 / qui riprese luce la sua poesia / dando sentimento al tempo e valore alla vita / a Marino per la prima volta gli sorrise / il “felice volto” del figlio Antonietto / la città, onorata di tanta presenza, pose / a ricordo del soggiorno del poeta / 10 febbraio 1990".




Gli anni nei Castelli romani furono anche gli anni della sua conversione al cattolicesimo, testimoniata ne ‘Sentimento del Tempo', la sua terza raccolta poetica edita nel 1933, anno in cui il poeta raggiunge il culmine della popolarità in Italia. Accetta la cattedra di letteratura italiana a San Paolo, in Brasile. Nel 1939 il figlio Antonietto muore a nove anni a causa di una appendicite mal curata. La stagione del lutto sembra propagarsi a tutta l’Italia, che entra in guerra. Al suo termine, benché Ungaretti non si riconoscesse più da tempo nel regime fascista, venne sospeso dall’insegnamento fino al febbraio del 1947 a causa delle sue precedenti simpatie per il regime. Non molti anni dopo muore la moglie Jeanne. Con grande scandalo per la morale comune intreccia in seguito una relazione con la giovanissima italo–brasiliana, Bruna Bianco. Va in televisione, declamando Omero agli italiani, i quali, finalmente, si accorgono del fascino di questo artista di parole mai vuote.


Nel 1969, Ungaretti pubblica la raccolta definitiva ‘Vita d’un uomo’. Muore a Milano nel 1970. Al suo funerale a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, non partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del Governo.



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DUINO AURISINA LA VIA DEI SAPORI : CITTA DEL VINO


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