Incontri italo-austriaci
della Pace a ricordo dei Caduti
e delle
Vittime civili della grande Guerra.
Dopo
decenni dall’inizio della Grande Guerra sono numerose le iniziative
che intendono ricordare ed onorare i Caduti. Anni fa è nata però
un’ iniziativa particolare, gli Incontri italo-austriaci della
Pace, divenuti ormai una tradizione e noti anche a livello
internazionale.
Ideatore
ed organizzatore instancabile è il Comm. Viceconsole on. em. Mario
Eichta, figlio di un internato trentino a Katzenau, poi confinato a
Hollabrunn, che ha sentito l’esigenza del ricordo di tutte le
Vittime della Grande Guerra, sia militari che civili.
Gli
Incontri italo-austriaci della Pace sono stati 22,
uno all’anno, ed
iniziarono nel 1992 presso
l’Ossario al Passo del Tonale(Comune di Vermiglio) con la presenza
dei Ministri degli Esteri di Italia ed Austria, Emilio Colombo ed
Alois Mock, per poi proseguire nel 1993 al Forte di Luserna, nel 1994
al Cimitero Militare di Fucine, frazione del Comune di Ossana, nel
1995 al Cimitero Militare di S. Giuliana nel Comune di Vigo di Fassa,
nel 1996 al Cimitero Militare di Slaghenaufi nel Comune di Lavarone,
nel 1997 al Cimitero Militare di Bondo e nel 1998 al Cimitero
Militare di S. Rocco nel Comune di Pejo. Gran parte del Trentino,
allora denominato Tirolo italiano, era stato forzatamente evacuato e
le popolazioni delle vallate interessate vennero smistate in varie
località dell’ex Impero austro-ungarico. Altri civili, sospettati
di simpatie verso il Regno d’Italia, soffersero invece brutali
arresti e dure deportazioni. Molti profughi ed internati e confinati
morirono per stenti e malattie lontani dal loro Trentino.
Chiediamo
quindi ad Eichta come proseguirono gli Incontri.
“Ho
ritenuto, data anche la personale esperienza famigliare direttamente
sofferta, che era possibile e giusto accomunare nel ricordo e negli
onori ai Caduti anche le Vittime civili della Grande Guerra, spesso
dimenticate e per questo motivo ho trasferito, non senza fatica, in
Austria ben tre Incontri italo-austriaci: nel 1999 nel Cimitero
Militare Italiano della Grande Guerra di Haselbach presso Braunau sul
fiume Inn, dove, accanto a migliaia di prigionieri italiani, furono
ben 15.000 i profughi originari del Trentino e nel 2000 a Landègg,
ora frazione del Comune di Pottendorf, visitando Hollabrunn e
Mitterndorf, e nel 2001 nel Cimitero Civile e Militare di Linz, dove
sono sepolti tutti gli Internati che morirono nel tristemente noto
Campo di internamento di Katzenau.”
Nel
2002 si svolse, nuovamente in Trentino, l’11° Incontro
Italo-austriaco della Pace.
Il
Gruppo Alpini di Caoria aveva ripristinato il locale Cimitero
Militare, dove sono sepolti i Caduti sul Monte Cauriòl, ed aveva
deciso, in accordo con il proprio Comune di Canal San Bovo, di
ufficializzare tale rinnovo con una degna manifestazione
internazionale.
Il
Comune di Canal San Bovo chiese subito al Console Eichta la
collaborazione specifica per organizzare un Incontro italo-austriaco
della Pace che egli con la sua esperienza e sensibilità, ormai
riconosciute, ha poi saputo concretizzare anche in questa occasione.
I
successivi Incontri italo austriaci si svolsero nel 2003 nel cimitero
civile e militare di San Michele al Tagliamento(Venezia), nel 2014
nel cimitero militare italiano a Mauthausen, nel 2005 al Forte
austriaco di Rivoli Veronese(Verona), nel 2006 nel cimitero militare
austroungarico di Tonezza del Cimone(Vicenza), nel 2008 nel cimitero
civile e militare di Arsiero(Vicenza), nel 2009 nel cimitero militare
italiano di Marchtrenk, nel 2010 nel sacrario italiano e cimitero
militare austroungarico di Feltre(Belluno), nel 2011 presso l’Ossario
del Pasubio(Vicenza), nel 2012 nel cimitero militare italiano di
Wegscheid bei Linz, nel 2013 presso il Sacrario austroungarico di
Follina(Treviso) e nel 2014 sarà a Posina(Vicenza) e nel 2015 presso
il Sacrario di Genova, dove sono sepolti 1.500 prigionieri
austroungarici che lavoravano all’Ansaldo, periti per la Spagnola.
Per
il Centenario resterebbero liberi il 2016,
2017 e 2018,
anche se le richieste sono già arrivate, ma non fissate.
Si
chiede ad Eichta, quali valutazioni e considerazioni per la scelta
delle località, che furono sede degli Incontri della Pace.
“
Ho fatto sì che la maggior parte delle cerimonie commemorative,
corredate da inerenti manifestazioni culturali di contorno, si
svolgessero proprio dove i soldati combatterono o dove vennero
sepolti. Quindi, anche se raggiungere detti luoghi sacri ha
comportato qualche volta piccoli sacrifici, è servito a far capire
meglio le condizioni di vita, a cui erano sottoposti i combattenti,
uniti dallo stesso senso del dovere. Erano sotto bandiere diverse che
nel sevizio alla propria Patria hanno sacrificato la loro giovinezza
in imprese coraggiose ed eroiche. Ho scelto anche per i profughi e
gli internati ed i confinati in Austria i luoghi, spesso
inspiegabilmente dimenticati, delle loro sofferenze e dove molti di
loro sono rimasti tuttora sepolti”. Le cerimonie come gli Incontri
italo-austriaci della Pace predispongono le coscienze di tutti alla
riflessione e promuovono indubbiamente un vero spirito di Pace,
quello sofferto e reclamato dai popoli che sono i veri protagonisti e
vigili gestori della diplomazia popolare della pace, di cui il mondo
ha ancora tanto bisogno.
Comm.
Eichta, cosa vorrebbe aggiungere?
“Il
secolo scorso ci ha portato due Guerre Mondiali. Sarà compito della
storia, insegnante che spesso trova alunni disattenti, tramandare ai
posteri i ricordi ed i giudizi sui lutti, sulle distruzioni della
guerra, sulle forzate evacuazioni delle popolazioni inermi, sulla
crudeltà degli internamenti e dei provvedimenti di confino per i
sospetti politici che la Grande Guerra ha comportato. Oggi è
necessario sensibilizzare i giovani, spesso distratti ed
apparentemente disinteressati ai tragici eventi ricordati con queste
iniziative. La personale e responsabile testimonianza di tutti,
specialmente di chi ha sofferto in prima persona il dramma della
guerra, nel rispetto e nella commemorazione della Vittime della
guerra, può diventare per tanti giovani un ulteriore segni di
speranza che permetta loro ed alle loro famiglie di avere un proprio
futuro non stroncato dalla guerra, ma sereno e con un convinto e
costruttivo spirito europeo che possa contribuire al dialogo ed alla
collaborazioni tra i popoli.”
Nessun commento:
Posta un commento